Mortara, chiude la casa d’accoglienza di Via Belvedere ma si pensa già al futuro

A Mortara la casa di accoglienza dei migranti di Via Belvedere chiude i battenti, ma ha in mente un progetto nuovo. In queste settimane gli ultimi ospiti presenti, 23 ragazzi, stanno lasciando l’immobile gestito dalla Cooperativa Faber. «Alcuni stanno raggiungendo altri centri di accoglienza nel territorio – spiega Fabio Garavaglia, responsabile della Cooperativa – altri invece si trasferiranno in abitazioni private». Termina così l’esperienza dei centri di ospitalità mortaresi iniziata nel 2014: prima la chiusura del Bel Sit, ora la casa in Via Belvedere.

LE MOTIVAZIONI In tutti questi anni sono stati tanti i giovani accolti, provenienti in larga parte da Costa d’Avorio, Mali, Africa subsahariana e oggi impegnati soprattutto nell’attività di rider per le società di consegna nel milanese. «La decisione è dettata da scelte organizzative – spiega Garavaglia – abbiamo infatti deciso di occuparci solo delle comunità per minori stranieri e abbiamo già avviato una mezza dozzina di strutture in questo senso. I richiedenti asilo comportano costi altissimi e con quelle rette non ci stavamo più dentro. Tengo a precisare che non siamo stati sfrattati. Eravamo in arretrato di alcune mensilità ma le stiamo saldando. Anzi col proprietario dell’immobile siamo d’accordo per un progetto interessante, che si consoliderà a breve».

LE ATTIVITA’ La chiusura della casa all’ex hotel Bel Sit era stata dettata da ragioni economiche, perché gli alti costi di luce e gas avevano reso insostenibile la sua apertura. Ora è la volta della palazzina di Via Belvedere a San Pio, al cui interno ci sono sei appartamenti collegati tra di loro, e che aveva accolto i tanti profughi che a Mortara, come in tutto il resto della nazione, ogni anno sbarcano nel nostro territorio. Negli anni molte sono state le attività promosse dalla cooperativa, dai corsi di italiano per i giovani ospiti fino alla squadra di calcio dei migranti, che aveva fatto molto parlare in città.

UNA NUOVA SISTEMAZIONI Fino alla fine dell’anno, gli immigrati nella casa di Via Belvedere erano circa 30 e nulla aveva fatto presagire la decisione della Faber di chiudere la struttura. Ora i ragazzi, tutti giovani e poco più che maggiorenni, dovranno trovare una nuova casa, che non sarà però a Mortara, dove non saranno per ora più presenti luoghi di accoglienza per i profughi. «I ragazzi rimasti si stanno organizzando tra amici e conoscenti, mentre dieci di loro verranno ospitati in centri che non gestiamo noi» conclude Fabio Garavaglia. Molti immigrati, probabilmente, lavorando nel milanese e prendendo quotidianamente il treno, cercheranno sistemazioni lungo la linea ferroviaria così da poter raggiungere comodamente il centro cittadino.

Davide Zardo

Le ultime

Il carisma e la sfida del tempo. L’esempio delle suore domenicane

Si può osare sognare anche quando la realtà ti...

Vigevano, rimandata al 29 maggio la passeggiata urbanistica

La passeggiata urbanistica slitta, ma raddoppia e diventa inclusiva....

“8XMille” per la Caritas: vestire i bisognosi

“Armadio dei poveri”: un'istituzione della Caritas che anche a...

Leonardo De Lillo alla guida del Vigevano

Si è tenuta martedì sera nella sede del Vigevano...

Login

spot_img
araldo
araldo
L'Araldo Lomellino da 120 anni racconta la Diocesi di Vigevano e la Lomellina, attraversando la storia di questo territorio al fianco delle persone che lo vivono.