Vidari, solo un primino su sei è italiano

Appena un alunno su sei dei neo iscritti al Vidari non arriva da famiglie di origine straniera. Si sono da poco concluse le iscrizioni per l’anno scolastico 2024/2025 nei plessi dell’Istituto Comprensivo di Via Valletta Fogliano con un aumento di richieste per alunni di origine non italiana. In particolar modo alla primaria Giovanni Vidari sulla sessantina abbondante di iscritti risulta aver effettuato la scelta di quella scuola una cinquantina di alunni la cui famiglia è immigrata. In parallelo le iscrizioni per il plesso Gian Battista Ricci hanno portato alla necessità di richiedere l’istituzione di una terza classe prima.

NIENTE FUGA Non si può però parlare di “fuga” dal Vidari, come precisa il il dirigente scolastico, Massimo Camola. «Devo confermare che le informazioni sono corrette. Tuttavia non mi sembra di vedere alcun trend di indirizzamento su scuole diverse tra bambini italiani e di origine non italiana – spiega – A fronte delle iscrizioni ricevute per la scuola elementare Giovanni Vidari è stata richiesta l’attivazione, seppur con i numeri minimi, di quattro prime, nella certezza che, come di consueto, queste classi siano destinate ad aumentare con i movimenti demografici, prima e durante il prossimo anno scolastico. Inoltre, auspico che l’Ufficio Scolastico Territoriale di Pavia, verificando i dati passati, possa autorizzare questa richiesta». Per ciò che concerne la primaria Gian Battista Ricci, «gli alunni iscritti appartengono al suo bacino d’utenza e nella maggioranza hanno frequentato la vicina scuola dell’Infanzia Bianchi – conclude Massimo Camola – Aggiungo che un terzo dei futuri “remigini”, per usare la definizione del passato quando la scuola iniziava il primo di ottobre, San Remigio, è di origine non italiana».

Non vedo, quindi, una scelta di separazione tra provenienze geografiche, ma semplicemente la risposta ad una evidente necessità di trovare una scuola in prossimità della propria residenza.

DOCENTI PRONTI Tanti studenti di origine straniera non preoccupano il dirigente. L’impatto sulla didattica e lo svolgimento dei programmi non sarà particolarmente significativo: «I docenti hanno un’esperienza pluriennale sulla multiculturalità proprio per il tradizionale bacino di utenza della scuola e sono in grado, attraverso le attività di alfabetizzazione, di provvedere ai bisogni dei neo arrivati che eventualmente verranno inseriti nel corso dell’anno scolastico – commenta il dirigente scolastico Camola – Inoltre, la quasi totalità degli iscritti ha frequentato le scuole dell’infanzia cittadine, sia pubbliche che comunali o private. La scelta espressa dalle famiglie ci porterà a rinnovare senza difficoltà la proposta della didattica “Senza Zaino”, opzione oramai diffusa nel segno dell’innovazione metodologica, dell’accoglienza e della condivisione di comunità». E che a breve sarà “celebrata”: ogni anno in tutta Italia si festeggia nel mese di maggio il “Senza Zaino Day”, una giornata in cui le scuole che fanno parte della Rete Senza Zaino (tra le quali anche quella di via Diaz) aprono gli spazi scolastici, invitano i genitori nelle classi per condividere le attività caratteristiche del modello, lanciando messaggi educativi.

Isabella Giardini

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