I vecchi leoni della politica ruggiscono ancora. O meglio, c’è chi dice: «Miagolano». Cerchiamo d’intenderci. La vecchia classe politica della Prima Repubblica non c’è più: nel senso che la maggior parte di loro è passata a miglior vita. Qualche nome? Bellazzi, Vercesi, Canelli e tanti altri. Volavano alto. I consigli comunali erano veri e propri spettacoli “civici”. Della Seconda Repubblica qualcuno è fuori gioco completamente, altri, nonostante l’età, tengono duro. C’è anche chi cerca di rilanciarsi a tutti i costi. Gianpietro Pacinotti, ad esempio, abbandona il “politicamente corretto” e candidamente precisa, senza peli sulla lingua, di essere lo stratega della “congiura di Sant’Andrea”, quando alla fine del mese di novembre dello scorso anno ha cercato di “silurare” il sindaco Andrea Ceffa. «Era tutto perfetto – precisa – Avevo teorizzato come si poteva fare, ma qualcosa è andato storto. Sono passato a Italia Viva, ma non mi sono mai opposto a Forza Italia e, adesso, che ci sono le condizioni, con il cambio della gestione Cattaneo, è possibile lavorare ancora in modo adeguato per il partito di Berlusconi».
Pacinotti plaude all’accoppiata Sorte-Galliani e non risparmia critiche aspre all’ex sindaco di Vigevano Andrea Sala e ai salviniani: «Sala è stato un ottimo cacciatore di voti, ma una persona che mi ha profondamente deluso. Ora vedremo come procederanno le cose con i cambiamenti di questi ultimi tempi». Ma c’è anche l’ex vicesindaco Ferdinando Merlo con Pacinotti? Il fondatore di Forza Italia a Vigevano (Pacinotti ndr) glissa ma non nega, anche se l’impegno del vecchio volpone della politica (il riferimento è a Merlo, ex democristiano di ferro) pare non manchi.
Massimo Sala