Convegno Vidari: «Educazione essenza della vita»

Riscoprire la figura oggi ancora poco nota di uno straordinario pedagogista, precursore di una scuola moderna, innovativa, aperta all’inclusione. Era  lo scopo del primo incontro del ciclo “Educatori e maestri a Vigevano”, dedicato a Giovanni Vidari e organizzato dal circolo Acli “Dalmazio Verlich” in collaborazione con Rete Cultura Vigevano, Associazione Astrolabio, Istituto Comprensivo di Via Valletta Fogliano – Scuola Primaria “Giovanni Vidari”.

LA VITA E LE OPERE Nato a Vigevano il 3 luglio 1871 e morto a Torino il 12 aprile 1934, dal 1912 tenne la cattedra di pedagogia all’Università di Torino. Fu membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione, viaggiò molto, anche in America. Conoscitore e divulgatore del pensiero pedagogico del filosofo Immanuel Kant (di cui tradusse molte opere), cercò di conciliare i princìpi della propria formazione di stampo positivistico con le nuove idee dell’idealismo pedagogico. Nei primi del ‘900 fu sindaco prima di Vigevano e poi di Pavia col Partito socialista.

L’ATTIVISMO Il convegno di sabato 18 dicembre all’auditorium San Dionigi, moderato dall’ex insegnante Luigi Chiesa, si è aperto con un excursus illustrato da Chiara Anna Aimaretti, insegnante e scrittrice, sulla città di Vigevano nei primi decenni del ‘900. Il cosiddetto “secolo lungo”, caratterizzato dalle guerre di indipendenza (l’armistizio di Salasco fu firmato nel 1848 al palazzo vescovile della città ducale), dalla battaglia della sforzesca nel 1849, da Eleonora Duse (nata a Vigevano), da un’economia basata su cascine, fabbriche calzaturiere e di seta. E poi gli enti morali, le fondazioni, l’ospedale, l’ospizio degli esposti per accogliere i neonati abbandonati, l’archeologia industriale dell’ex macello, del tram “Gambadelègn” e della centrale idroelettrica. Tutti spunti per capire quale fosse l’ambiente in cui si muoveva Giovanni Vidari, la cui vita è stata riassunta in un libro presentato da Cesare Bozzano (autore insieme a Luigi Chiesa). Una vita che ha coinciso con l’avvento dell’attivismo pedagogico (1870-1940), come spiegato dal professor Giuseppe Vico:

L’educazione è l’essenza della vita, e l’attivismo ha posto temi nuovi per l’educazione dell’uomo, arrivando nel 1962 all’istruzione obbligatoria fino alla terza media. L’educazione ha tre dimensioni: etica, pratica, esistenziale. E ha un bisogno costante di rinnovarsi, con la scuola che ha sempre dei punti in più di altri.

A concludere il convegno l’insegnante Elisabetta Iozzi, che ha illustrato il grande lavoro svolto da alunni e docenti alla scuola primaria Vidari per la mostra che sarà allestita prossimamente in primavera. «Abbiamo recuperato negli scantinati registri e diari di classe, tra cui quello della maestra Maria Mastronardi, madre dello scrittore Lucio. E poi ci saranno disegni, interviste, plastici, vecchie foto in bianco e nero, corredi scolastici, lettere e telegrammi. L’istituto Vidari è una scuola del cuore, dell’approfondimento, dell’inclusione».

Davide Zardo

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