L’Araldo ha chiesto ai quattro dirigenti scolastici degli istituti secondari di secondo grado del territorio di affrontare quattro temi per una vera ripartenza della scuola.

Gds (ha collaborato Ra)

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Quali sono le strategie che le superiori potranno mettere in campo per recuperare la didattica persa?

Stefania Pigorini (Omodeo)

«Le dimensioni coinvolte sono molteplici – spiega Stefania Pigorini, dirigente dell’Omodeo – contenuti non svolti o affrontati in modo superficiale da integrare, competenze tralasciate o sviluppate in parte da “ricostruire”, un lavoro sul metodo di studio e sulle strategie per imparare. Tutto all’interno di un contesto vago e in evoluzione, in cui le regole cambiano dall’oggi al domani e in modo sostanziale». Un passaggio importante sarà quello estivo:

Di solito le scuole sono tenute a erogare i cosiddetti corsi di recupero, nel 2019-2020 non è stato così e abbiamo perso un’occasione per supportare gli studenti in difficoltà

«Quelli che avevano un’insufficienza hanno avuto un Piano di apprendimento individualizzato, ma si sono ritrovati soli fino ai primi dieci giorni di settembre, quando ci sono state poche ore dedicate a sportelli. Mi auguro che ci sia un ripensamento in questo ambito». Il rinforzo tuttavia deve partire subito, «abbiamo già attivato sportelli individuali e corsi di recupero, al termine degli scrutini del primo periodo li riproporremo; poterli svolgere in presenza sarebbe l’ideale e consentirebbe un approccio personalizzato». Una possibilità è il tutoraggio tra pari ovvero «il peer to peer, favorisce i lavori di gruppo e l’aiuto da parte di compagni meno fragili; è efficace specie in termini di sviluppo di competenze, che possono essere rafforzate anche attraverso i Pcto – l’ex alternanza – per quelle trasversali e nelle materie d’indirizzo». Senza tralasciare «il sostegno a motivazione e autostima, anche attraverso supporto psicologico e sportelli di ascolto». Da ultimo servono

interventi specifici per gli alunni che hanno profili positivi, ma che sono svantaggiati perché hanno avuto accesso a un’offerta formativa ridotta e non hanno potuto sviluppare appieno competenze e conoscenze

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